mercoledì 13 maggio 2015

Cent'anni di solitudine, Gabriel Garcìa Màrquez







TITOLO: "Cent'anni di solitudine"
AUTORE: Gabriel Garcìa Màrquez
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1968
EDITORE: Mondadori

Il romanzo narra la storia della famiglia Buendìa, sei generazioni narrate in un arco temporale di cent’anni in un paese di nome Macondo, fantastico e irreale, immerso nella foresta colombiana. Scorrendo le pagine ci s’immerge in un mondo nel quale vi è di tutto, da fantasmi che lanciano imprecazioni e presagi a manoscritti indecifrabili.
E’ inevitabile un certo senso di disagio, causato dall'inesauribile intreccio di parentele, concatenazioni e legami tra i vari membri della famiglia, fino a confondersi e a non avere più molto chiaro l'albero genealogico dei Buendìa, ma riconoscendo solo alcune caratteristiche e particolarità sempre presenti. Allo stesso tempo, però, ci si accorge del vero filo conduttore della vicenda: la solitudine inesorabile e invincibile che accompagna diligentemente tutti i membri della famiglia verso il loro ineluttabile destino, di sventura e sofferenze, di abbandono totale a se stessi, poiché pur intrecciando legami si è fondamentalmente sempre soli.
Come negli altri libri di Marquez, si nota il suo stile superbo: scorrevole e fluido ma allo stesso tempo ricercato e accurato tramite l'uso di un linguaggio elevato e incredibilmente poetico. Inizialmente può sembrare seriamente ardua la lettura, soprattutto per chi non conosce già lo stile dello scrittore: ci si ritrova catapultati in avvenimenti che si susseguono continuamente, con un infinito cambio di personaggi. Tutto ha un senso e l’opera acquista una grande importanza solo dopo aver letto l’ultima pagina, che rivelerà il collegamento di tutte le avventure della famiglia protagonista.  Uno degli aspetti che fanno apprezzare veramente la lettura è la capacità dell’autore di legare fatti inspiegabili e anche magici alla realtà di tutti i giorni, una vita quotidiana destinata a ripetersi nello scorrere delle generazioni.

Di Arianna Castellazzi

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