AUTORE: Hermann Hesse
EDITORE: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 1995
Il romanzo si basa non su fatti reali ma sulle sensazioni, sui
pensieri e sulle emozioni del protagonista, il cui nome è Harry Haller. Il suo
viaggio interiore non è da considerarsi negativo per via della sua visione
distorta e pessimista della realtà. Al contrario è una guarigione, intesa come
l'affrontare la paura che l'uomo ha di se stesso, e soprattutto, di ciò che lui
rappresenta in mezzo agli altri. Vive da emarginato in una condizione che, in
apparenza, lo soddisfa, dal momento che si sente orgoglioso della sua
superiorità rispetto alla borghesia dominante, da lui considerata vuota e
portatrice di ideali vacui, scadenti. L'isolamento nel quale si rinchiude,
incapace com'è di sentire la realtà allo stesso modo dei suoi simili, lo
condurrà però a un'estrema sofferenza, sino alla decisione del suicidio, da lui
visto come l'unica soluzione possibile. Proprio quando Harry decide di porre
fine alle sue sofferenze, ecco spuntare l'ambigua Erminia, una donna
all'apparenza spensierata e felice, ma in realtà dotata di un'intelligenza
fuori dal comune. Si mostra subito capace di comprendere alla perfezione lo
stato d'animo del protagonista, sino a diventare la sua intima confidente. In
lei le due metà, l'uomo e l'animale, si sono perfettamente fuse, creando un essere
capace allo stesso tempo di comprendere in profondità le vicende umane, e di
rimanerne ferita, a differenza dello sventurato protagonista. Erminia gli farà
da maestra nell'insegnargli tutte le gioie che la vita è in grado di offrire,
fino a fargli apprezzare la realtà che fino a quel momento aveva allontanato
con forza. Un libro ben scritto, con una caratterizzazione dei personaggi
perfetta, perché espressa attraverso ciò che pensano e sono e non soltanto per
come appaiono. Il finale non è di comprensione immediata, perché tutto il
romanzo è costruito su più livelli di significato che lo rendono oscuro ed
enigmatico se letto con superficialità e disattenzione.
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