Autore: Erri de Luca
Anno di pubblicazione: Ottobre 1999
Casa editrice: Feltrinelli
Genere: Romanzo intimistico
Questo libro parla di una storia di un giardiniere italiano con un passato che lo ha segnato profondamente.
La vita di tre cavalli equivale alla lunghezza delle vite di un uomo.
Il protagonista di cui non ci viene detto il nome inizia la narrazione al termine della “seconda vita” in cui rievoca con lunghi e numerosi flashback la sua “prima vita”, quando viveva in Argentina. Questo periodo di grande amore tra il protagonista e Dvora ha lasciato grandi cicatrici nel suo animo.
In Argentina, terra ricca di passione, sogni, ma anche di guerre e dittatura, si svolgono gli eventi drammatici che lo porteranno a fuggire prima in Nord America e poi di nuovo in Italia, cercando di dimenticare il dolore, la perdita dell’unico vero amore della sua vita e l'uccisione di un uomo, che non dimenticherà mai e che resterà sempre ad appesantirgli la coscienza impedendogli sonni tranquilli.
Solo l’incontro con una giovane prostituta, Laila, fa rinascere nel nostro protagonista la speranza di un nuovo amore, di una seconda possibilità.
Il libro è delicato, soave, con dentro il ricordo, il dolore, la magia del raccontare, il desiderio di tornare alla vita e di ritornare ad amare.
E’ un libro carico di odori. Si utilizzano i sensi per descrivere la realtà: sente l’odore dell’erba appena falciata, quello delle mimose, ecc...
E’ anche colmo di sapori genuini e sani: il vino rosso, il pane, il formaggio e le pere. Ci si siede a leggere libri usati.
I fatti del passato vengono narrati sempre al presente.
Da Selim, un africano immigrato, impara che il futuro è pieno di avvisi e che la gratitudine sta tra un coltello e i fiori, cioè la vita è un insieme di eventi drammatici ed eventi piacevoli e la realtà spesso attinge un po’ da una parte e un po’ dall’altra.
La vita dà e toglie, anche Laila sembra destinata a far parte di un tragico passato. Passano giorni senza Laila.
Ora non c’è un altro Sud da cui fuggire, solo il suo lavoro quotidiano. Non può fuggire da un altro passato, ma deve fare i conti con la realtà.
Tutto si può riassumere nella metafora del “distacco” e della ”perdita”.
Questo romanzo è molto vicino al genere poetico. Ricco di immagini suggestive accostate a periodi decontestualizzati.
Il linguaggio è di tipo evocativo, con una costruzione dei periodi molto particolari; i dialoghi sono lontani dalla forma parlata e per questo non molto realistici, in particolare se questo tipo di linguaggio lo si applica a tutti i personaggi.
Questo tipo di romanzo è consigliato a chi piace la letteratura intimista e riflessiva.
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