mercoledì 2 aprile 2014

La traccia dell'angelo, Stefano Benni

  La traccia dell'angelo                                                               Autore: Stefano Benni                                                                            Editore:Sellerio                                                                        Anno di pubblicazione: 2011

Il romanzo presenta la vita di Morfeo che all’età di otto anni nella magica notte di Natale degli anni Cinquanta, in seguito a un incidente, viene colpito da una commozione cerebrale. A causa di diagnosi sbagliate e dottori frettolosi è convinto di essere affetto da epilessia, diagnosi successivamente smentita, e quindi si aggira nella nebbia della dipendenza e nella rabbia dell’ansia. E’ la medicina, con le sue incertezze e i suoi inganni, a decidere il destino di Morfeo. Costretto a combattere un male che non ha, a rimpinzarsi di farmaci, perseverando nell’errore, non essendo stato avvertito del pericolo dell’assuefazione. L’angelo ribelle sempre al suo fianco e successivamente l’angelo “buono”, vegliano su di lui e sui modi delle persone del mondo. Il libro ci lascia con un dubbio: è stato tutto un sogno premonitore o…?                                   

In questo romanzo troviamo un Benni che racconta storie buie, pervase da malinconia e disagio, anche se lascia uno spiraglio di luce di speranza; la narrazione è perciò differente da quella consueta dell’autore: è un libro intimo che forse ci racconta le paure di noi uomini con grande delicatezza.                                              E’ una prosa tagliente e critica verso chi induce il malato a “curare” e drogare (rimpinzare) sé stesso con i farmaci; è feroce con le industrie farmaceutiche e con alcuni dottori che trattano i malati come cavie da laboratorio e non come esseri umani. Ci ricorda che noi stessi siamo guaritori degli altri e dobbiamo agire per cercare di togliere un po’ di dolore al mondo, come rammenta in questa frase: "…nell’esistere di tutti il bene è sempre una goccia più del male. Tu devi coltivare quella goccia, spera che quella goccia venga da te…".                                                                                                                            
Racconta indirettamente dell’industria chimica e farmaceutica (terza industria del mondo, dopo quella delle armi e del petrolio) che vive sulla nostra ipocondria riportandoci alla difesa maniacale dal dolore della società odierna.                                                                                                                                                                                               
Auguro a tutti voi di scovare la traccia dell’angelo e vi lascio con questo pensiero riportato nel romanzo:  "…posso vedere la sua traccia, ma so che non posso raggiungerlo, che le sue orme finiscono nel nulla…".


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